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dai GIORNALI di OGGI

IL BOLLETTINO della bce

"Recessione globale al punto di svolta"

"L'incertezza resta elevata" ma la fase critica sta finendo. Sorpresa in Francia e Germania: il Pil torna a salire

Disoccupati e vendite al dettaglio

I dati Usa peggiori del previsto

ROMA - Mentre l'Europa dà segnali di ripresa con il Pil positivo di Francia e Germania, i dati Usa su disoccupazione e vendite al dettaglio risultano negativi e al di sotto delle attese. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state quattromila in più della scorsa rilevazione…

2009-08-13

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2009-08-13

IL BOLLETTINO della bce

"Recessione globale al punto di svolta"

"L'incertezza resta elevata" ma la fase critica sta finendo. Sorpresa in Francia e Germania: il Pil torna a salire

MILANO - La recessione mondiale sta raggiungendo "il punto di svolta". Ci sono "crescenti segnali", come il fatto che il ritmo di contrazione dell'economia dell'eurozona sia "chiaramente diminuendo". Lo afferma la Banca Centrale europea, sottolineando però che "il livello di incertezza rimane elevato". Nel suo bollettino mensile di agosto, la Bce si attende comunque che nell'eurozona "l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno". Nel 2010, "a una fase di stabilizzazione seguirebbe una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo". Secondo gli analisti, il Pil dell'area euro si contrarrà quest'anno del 4,5%. Dovrebbe poi crescere dello 0,3% nel 2010 (con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali) e dell'1,5% nel 2011.

INCERTEZZA - Una previsione che tiene conto di "effetti avversi ritardati"che si concretizzeranno nei prossimi mesi, come "l'ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro". Il consiglio direttivo della Bce avverte dell"elevata incertezza" e della "perdurante variabilità" dei prossimi mesi, ma sottolinea che i rischi sono "bilanciati". Effetti positivi superiori al previsto sulla crescita potrebbero venire "dalle vaste misure di stimolo macroeconomico messe in atto e dagli altri interventi sul piano delle politiche". Inoltre "il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle aspettative correnti". Rischi al ribasso invece potrebbero essere rappresentati da "interazioni negativa più intense o prolungate tra l'economia reale e le turbolenze finanzarie, nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche, condizioni del mercato del lavoro più favorevoli delle attese" e "una correzione disordinata degli squilibri internazionali".

DISOCCUPAZIONE - Non mancano però dati preoccupanti. I bassi livelli di fiducia e gli effetti ritardati del calo dell'attività economica nell'Eurozona suggeriscono, in prospettiva, "ulteriori incrementi della disoccupazione" dopo il 9,4% della popolazione attiva toccato in giugno (+0,1% rispetto al mese precedente).

INFLAZIONE - Il Consiglio direttivo della Bce si attende inoltre "che la fase attuale, caratterizzata da tassi di inflazione estremamente bassi o negativi, sia di breve durata e che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo, continuando a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie nell'area euro".

FRANCIA E GERMANIA - Intanto arrivano segnali positivi da Francia e Germania. A sorpresa, infatti, entrambi i Paese fanno registrare un Pil positivo. L'economia transalpina nel secondo trimestre ha fatto segnare un rialzo dello 0,3%. Lo ha detto il ministro dell'Economia e delle Finanze, Christine Lagarde, alla radio Rtl. "Dopo quattro trimestri di crescita negativa - ha affermato - la Francia finalmente sta uscendo dal rosso". I dati hanno sorpreso l'ufficio nazionale di statistica che aveva previsto un calo dello 0,6% e la Banca di Francia che aveva stimato una contrazione dello 0,4%. Rivisto leggermente al ribasso il dato del primo trimestre al -1,2% contro il -1,3%. In ripresa anche l'economia tedesca: il prodotto interno lordo in Germania nel secondo trimestre di quest'anno ha messo a segno una crescita dello 0,3% rispetto al primo trimestre. Lo annuncia Destatis, l’ufficio statistico federale, precisando che la prima economia europea non registrava un tasso di crescita positivo dal primo trimestre del 2008. Gli analisti si attendevano per il trimestre chiuso a giugno una contrazione del Pil dello 0,2%.

13 agosto 2009

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-08-13

Dopo un anno il Pil francese e tedesco lascia il segno meno e segna +0,3 per cento

La Bce: "Ci si attende che a una fase di stabilizzazione segua una graduale ripresa"

Parigi e Berlino tornano a crescere

"Recessione mondiale alla svolta"

ROMA - Per la prima volta dopo un anno il Pil francese e quello tedesco abbandonano il segno meno. Lo ha detto l'istituto di statistica Insee che ha confermato la cifra svelata dal ministro dell'Economia di Parigi. E buone notizie arrivano anche dalla Bce: "Sebbene il livello di incertezza rimanga elevato, vi sono crescenti segnali che la recessione mondiale stia raggiungendo il punto di svolta". Per ora, però, la disoccupazione continua a crescere.

Il Pil di Parigi e di Berlino. Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo francese è cresciuto dello 0,3% secondo quanto annunciato dall'istituto di statistica Insee, che fino ad oggi prevedeva un calo dello 0,6%. L'Insee ha confermato la cifra svelata qualche momento prima dal ministro dell'Economia Christine Lagarde e che segnala l'uscita del Paese dalla recessione, dopo quattro trimestri consecutivi di crescita negativa. "La ripresa del Pil è dovuta in particolare al miglioramento del saldo del commercio estero" afferma l'istituto in una nota.

Anche a Berlino cominciano a vedere meno nero. Il Pil sale dello 0,3% rispetto al primo trimestre. L'ufficio statistico federale, precisa che la prima economia europea non registrava un tasso di crescita positivo dal primo trimestre del 2008. Gli analisti si attendevano per il trimestre chiuso a giugno una contrazione del pil dello 0,2%. L'ufficio segnala "impulsi positivi che provengono dalle spese private e pubbliche oltre che dalle costruzioni" sull'onda del piano anticrisi del governo. La Germania ha anche approfittato di un calo dell'import più forte di quello dell'export. Ma il paese è ben lontano dai livelli pre-crisi: su base annua il Pil è sceso del 7,1%, 5,9% su base destagionalizzata.

La Bce. "Sebbene il livello di incertezza rimanga elevato, vi sono crescenti segnali che la recessione mondiale stia raggiungendo un punto di svolta". Lo scrive la Bce nel suo bollettino mensile. Per l'area euro "ci si attende che l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno" e che nel prossimo "a una fase di stabilizzazione segua una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo".

Inflazione. Il Consiglio direttivo della Bce si attende "che la fase attuale - si legge nel bollettino - caratterizzata da tassi di inflazione estremamente bassi o negativi, sia di breve durata e che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo, continuando a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie nell'area euro".

Pil euro. Gli analisti prevedono che il Pil dell'area dell'euro si contrarrà quest'anno del 4,5%. Dovrebbe poi crescere dello 0,3% nel 2010 (con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali) e dell'1,5% nel 2011.

Disoccupazione. Continua a salire nell'area euro il

tasso di disoccupazione: a giugno ha toccato il 9,4% con un incremento dello 0,1% rispetto a maggio scorso. Un aumento che ha riguardato tutti i Paesi dell'area e che in prospettiva non è destinato ad arrestarsi. A determinare in prospettiva la tendenza all'aumento, scrive ancora la Banca Centrale, "i bassi livelli di fiducia e gli effetti ritardati del calo dell'attività economica" che suggeriscono dunque "ulteriori incrementi della disoccupazione".

"Intensificare gli sforzi". "I programmi di finanza pubblica per il 2010, attualmente in fase di completamento in diversi paesi, e le strategie di risanamento dei conti a medio termine devono riflettere l'impegno a ripristinare finanze pubbliche solide e sostenibili in tempi brevi". I governi dunque, secondo la Bce, "dovrebbero quindi predisporre nonché rendere note strategie di uscita dalle misure di stimolo e strategie di riequilibrio dei conti che siano ambiziose e realistiche, nel quadro del patto di stabilità e crescita". Il "processo di aggiustamento strutturale" dei conti pubblici - prosegue la Bce - "dovrebbe iniziare al più tardi con la ripresa economica e nel 2011 andrebbero intensificati gli sforzi di risanamento".

(13 agosto 2009)

 

 

 

 

 

 

Disoccupati e vendite al dettaglio

I dati Usa peggiori del previsto

ROMA - Mentre l'Europa dà segnali di ripresa con il Pil positivo di Francia e Germania, i dati Usa su disoccupazione e vendite al dettaglio risultano negativi e al di sotto delle attese. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state quattromila in più della scorsa rilevazione (arrivati a quota 558 mila) e le vendite al dettaglio sono scese dello 0,1%. Gli esperti si attendevano un calo di circa 5mila unità per quanto riguarda i sussidi.

Le vendite al dettaglio, invece, secondo le stuime, dovevano aumentare dello 0,8%. Si registra, invece, un calo dello 0,1% che risulta ancora più accentuato (-0,6%) se si escludono le automobili.

Quanto ai prezzi, a luglio, si registra un calo dello 0,7%. Escluso il petrolio, il calo risulta dello 0,2%. I prezzi import del petrolio mostrano invece un ribasso del 2,8%. Lo rende noto il dipartimento del commercio americano.

(13 agosto 2009)

L'UNITA'

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2009-08-13

Bce: "Presto fuori dalla recessione, ma non i lavoratori"

"Sebbene il livello di incertezza rimanga elevato, vi sono crescenti segnali che la recessione mondiale stia raggiungendo il punto di svolta".

È quanto sottolinea la Bce nel suo bollettino mensile. Quanto all'area euro, prosegue l'istituto di Francoforte, "i recenti risultati delle indagini suggeriscono che il ritmo di contrazione stia chiaramente diminuendo". Questo non vuol dire che i guai siano finiti. "Tuttavia - si legge infatti nel bollettino - ci si attende che l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno, benchè il ritmo di contrazione si stia riducendo nettamente". Valutazione che "tiene conto di effetti avversi ritardati che che verosimilmente si concretizzeranno nei prossimi mesi, tra i quali l'ulteriore deterioramento del mercato del lavoro".

"Guardando al prossimo anno - proseguono gli esperti dell'Eurotower - a una fase di stabilizzazione seguirebbe una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali con segno positivo. Le significative azioni di stimolo adottate in tutte le principali aree economiche dovrebbero sostenere la crescita sia nell'area euro che a livello mondiale".

13 agosto 2009

 

 

Bersani: "Da noi la crescita non c'è"

"Davanti ai dati di oggi sull'economia, quello che preoccupa di più sono i commenti del centrodestra che irresponsabilmente continua a lasciare intendere che il temporale è passato, anche davanti a cifre che raffigurano una situazione dell'Italia ben più negativa di quella degli altri paesi europei, una situazione che dovrebbe finalmente indurre il governo ad abbandonare i toni trionfalistici e a predisporre una correzione delle sue politiche".

A dirlo è il responsabile economico del pd, Pier LuigiBbersani, commentando i dati sulla crisi pubblicati dalla banca centrale europea. "Per stimolare la fiducia bisogna innanzitutto riconoscere la realtà. Quando comincerà anche per noi una lenta ripresa che ancora non si vede, noi saremo comunque su un pavimento molto basso e lungo, misurabile in 6 punti in meno di pil rispetto alla fase precedente", sottolinea Bersani.

"Gli effetti della crisi sul lavoro e sui consumi peseranno dunque per molti mesi - conclude -. Occorrono misure più efficaci e forti di quelle viste fin qui per stimolare l'economia, per impedire che l'Italia perda posizioni nella fase incerta e non breve di uscita dalla crisi".

13 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-08-13

Bce: la recessione globale

è vicina a un punto di svolta

13 AGOSTO 2009

DOCUMENTI

Il Bollettino mensile di agosto

(Francoforte, 13 agosto 2009)

La recessione globale è "vicina al punto di svolta": lo scrive la Bce nel suo bollettino mensile di agosto sottolineando i "crescenti segnali" in questo senso e come il ritmo di contrazione dell'economia dell'eurozona stia "chiaramente diminuendo". La Banca centrale europea si attende comunque che nell'Eurozona "l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno". Nel 2010 "a una fase di stabilizzazione seguirebbe una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo". Una previsione che tiene conto di "effetti avversi ritardati" che si concretizzeranno nei prossimi mesi, come "l'ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro".

Il bollettino di agosto della Bce ha ulteriormente riveduto al ribasso le stime di crescita dell'Eurozona per il 2009, rispetto ai dati diffusi a metà maggio: le nuove proiezioni sono di -4,5% contro il precedente -3,4%. Rivedute leggermente al rialzo, invece, le stime per il 2010 che passano da +0,2% a +0,3%, mentre per il 2011 la previsione é di un +1,5%. I dati sono stati raccolti su un pool di 54 previsori fra il 15 e il 20 luglio. Tra i fattori principali alla base delle prospettive di breve-medio termine per la crescita del Ppil in termini reali, i previsori citano la debolezza della domanda interna ed estera, così come le tensioni in atto nei mercati finanziari e le aspre condizioni di finanziamento.

Il consiglio direttivo della Bce avverte dell' "elevata incertezza" e della "perdurante variabilità" dei prossimi mesi, ma sottolinea che i rischi sono "bilanciati". Effetti positivi superiori al previsto sulla crescita potrebbero venire "dalle vaste misure di stimolo macroeconomico messe in atto e dagli altri interventi sul piano delle politiche". Inoltre "il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle aspettative correnti". Rischi al ribasso invece potrebbero essere rappresentati da "interazioni negative più intense o prolungate tra l'economia reale e le turbolenze finanzarie, nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche, condizioni del mercato del lavoro più favorevoli delle attese" e "una correzione disordinata degli squilibri internazionali"

13 AGOSTO 2009

 

 

 

Bce: la recessione globale

è vicina a un punto di svolta

13 AGOSTO 2009

DOCUMENTI

Il Bollettino mensile di agosto

(Francoforte, 13 agosto 2009)

La recessione globale è "vicina al punto di svolta": lo scrive la Bce nel suo bollettino mensile di agosto sottolineando i "crescenti segnali" in questo senso e come il ritmo di contrazione dell'economia dell'eurozona stia "chiaramente diminuendo". La Banca centrale europea si attende comunque che nell'Eurozona "l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno". Nel 2010 "a una fase di stabilizzazione seguirebbe una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo". Una previsione che tiene conto di "effetti avversi ritardati" che si concretizzeranno nei prossimi mesi, come "l'ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro".

Il bollettino di agosto della Bce ha ulteriormente riveduto al ribasso le stime di crescita dell'Eurozona per il 2009, rispetto ai dati diffusi a metà maggio: le nuove proiezioni sono di -4,5% contro il precedente -3,4%. Rivedute leggermente al rialzo, invece, le stime per il 2010 che passano da +0,2% a +0,3%, mentre per il 2011 la previsione é di un +1,5%. I dati sono stati raccolti su un pool di 54 previsori fra il 15 e il 20 luglio. Tra i fattori principali alla base delle prospettive di breve-medio termine per la crescita del Ppil in termini reali, i previsori citano la debolezza della domanda interna ed estera, così come le tensioni in atto nei mercati finanziari e le aspre condizioni di finanziamento.

Il consiglio direttivo della Bce avverte dell' "elevata incertezza" e della "perdurante variabilità" dei prossimi mesi, ma sottolinea che i rischi sono "bilanciati". Effetti positivi superiori al previsto sulla crescita potrebbero venire "dalle vaste misure di stimolo macroeconomico messe in atto e dagli altri interventi sul piano delle politiche". Inoltre "il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle aspettative correnti". Rischi al ribasso invece potrebbero essere rappresentati da "interazioni negative più intense o prolungate tra l'economia reale e le turbolenze finanzarie, nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche, condizioni del mercato del lavoro più favorevoli delle attese" e "una correzione disordinata degli squilibri internazionali"

13 AGOSTO 2009

 

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